Può una fotografia, che agli occhi di tanti potrebbe sembrare statica, raccontarci una storia o suscitarci emozioni? Non sempre risponderei io, per il semplice fatto che ogni fotografia racconta ciò che il suo autore in quel momento sta vedendo e sta provando; non tutti abbiamo la stessa sensibilità e lo stesso livello di empatia e può accadere quindi che una fotografia, all’apparenza perfetta per colui che l’ha scattata, non trasmetta nulla o che sembri semplicemente “una foto-cartolina”. Molti fotografi si affannano nel cercare lo scatto perfetto che risponda sia ai giusti canoni tecnici e che venga incontro ai gusti dello spettatore ma mi chiedo, è necessario tutto questo gran da farsi? Ultimamente stanno emergendo da cantine e soffitte dimenticate, centinaia di archivi fotografici di persone semi-sconosciute che diventano ahimè famose quando ormai sono sparite da anni; fotografi, a volte improvvisati altre volte no, che scattavano per il puro gusto di farlo o per il proprio piacere personale senza preoccuparsi se sarebbero piaciute o no ad un eventuale pubblico. Attualmente, con l’evolversi del digitale e la commercializzazione ad ampio raggio di apparecchiature fotografiche di ogni livello, la fotografia forse sta perdendo il suo valore e il suo scopo primario, diventando sempre più un esercizio di stile piuttosto che un impegno mentale ed emotivo per far sì che possa trasmettere un qualsivoglia messaggio. Nonostante ciò penso che valga la pena provarci, tentare e ritentare e se poi la propria opera non verrà compresa, beh pazienza, non dimentichiamoci che “de gustibus non disputandum est”
Buona luce