
Bella domanda che mi sono fatta tante e troppe volte. I ricordi si fanno nebulosi, sfocati, brevi lampi di memoria mi fanno ritornare alla mente i piedi visti dall’alto quando mi portava sulle spalle, la sua faccia, i suoi vestiti, lui mentre guida per portarci in vacanza, l’odore al ritorno da una battuta di caccia, lui che torna a casa la sera stanco dal lavoro, lui che ci porta in barca e mi lascia la lenza affinchè qualche pesciolino abbocchi. Il mare sì, il legame diretto con lui è questo; una distesa blu a perdita d’occhio lievemente increspata dalle onde, i racconti di lui che va a pescare di notte, la sua passione oltre la caccia. Io che sono contro la violenza sugli animali, me lo immagino mentre impreca contro un dio qualsiasi che gli ha fatto avere una figlia animalista; lo immagino mentre sicuro di quel che fa, guida la barca lontano, a largo, mentre si addentra nell’oscurità che solo il mare riesce a regalarti. Lui che sta lì, intirizzito dal freddo ma felice; la gioia nel tirare su cefali, orate, fragolini, scorfani… li slama veloce e li mette nella cassetta, rimette l’amo alla lenza, l’esca, il neon e lancia più lontano che può … Quell’inconfondibile rumore del mulinello che libera la lenza non lo dimenticherò mai. I suoi movimenti sono precisi, diretti, senza indugi, senza tentennamenti, esperienza e sicurezza guidano le sue mani anche di notte, al buio.
… – Cosa ricordi di tuo padre?…-
Ricordo il mare, di questo sono sicura…”
Foto ©AngelaPetruccioli
Testo ©AngelaPetruccioli