
Il primo raggio di sole della giornata che entra dal finestrone alle mie spalle è sempre il benvenuto, mi fa uscire dal buio di quest’angolo dove mi hanno poggiato. Maledizione, se ci penso, mi vengono certi nervi, posto peggiore non mi poteva capitare. Qui c’è poco passaggio, la gente passa di rado e non fa caso a me che sto qua solo per esser visto da loro! Ah ma se avessi le gambe, glielo farei veder…. Ah no… Sarei comunque immobile come una statua… Toh! Riesco ad essere simpatico anche di prima mattina! D’altronde sono un bel busto romano, la classe non è acqua!
E quante storielle potrei raccontarvi! Ne vedo tante di cose tutto il giorno, ecco il lato positivo di essere una statua è proprio questo; stai lì fermo, in silenzio eppure senti e vedi tutto!
Vi vedo quando passate distratti, chini sul cellulare, completamente disinteressati a ciò che vi circonda, neanche ci provate a leggere quei minuscoli (lo so, sono veramente minuscoli…) cartellini che ci hanno appiccicato alla base. D’altronde a chi interessa di che materiale sono fatto e quando sono nato? Sigh…
Vi vedo quando invece fate finta di interessarvi a me solo per far colpo sulla ragazza con cui siete usciti… eh no, non funziona ragazzi, prima o poi lo scopre che state fingendo palesemente!
Vi vedo quando siete accondiscendenti, esausti, felici, estasiati, arrabbiati, io vi vedo e vi osservo, da questa mia immobilità vorrei tanto venire lì accanto a voi e darvi una sonora pacca sulla spalla o una sberla in faccia, dipende da come mi son svegliato (ho anch’io un carattere!). Noi statue vi sembriamo immobili, eppure non sapete quanto viaggiamo, di città in città, di museo in museo, di piano in piano, di persona in persona. Voi neanche lo immaginate ma noi siamo testimoni inconsapevoli dei vostri passaggi, lingue e culture diverse si mescolano e si susseguono, niente è sempre uguale per noi, siamo immobili ma sempre in movimento….”
Foto ©AngelaPetruccioli
Testo ©AngelaPetruccioli