“…Il nonno mi ci porta quasi sempre al mercato del porto, aspetto con ansia per tutta la settimana il momento in cui mi dice “Te va de accompagna’ nonno al mercato nì?” e lì, senza un attimo di esitazione, gli rispondo subito di sì! Mi piace andarci perchè non è rumoroso come il mercato in piazza dove va la mamma, è più ordinato; il nonno poi si muove spedito e rapido tra i pescatori, sa da chi deve andare e sa già quel che vuole comprare . Alcuni pescatori sono suoi amici di vecchia data e quando ci andiamo, nel trattare il prezzo riesce sempre a spuntarla e ad avere quel qualcosina in più per fare una zuppetta di pesce, ricambiando il favore con un occhiolino e un caffè pagato al bar. Quei visi diventati oramai familiari, solcati da profonde rughe e bruciati dal sole e la salsedine, mi piace osservarli, studiarli fin nei minimi dettagli; mi diverto ad ascoltare le loro voci squillanti che cercano di convincerti a comprare di tutto, basta che gli fai togliere la cassetta di mezzo a fine giornata così se ne possono andare a casa tranquilli. Giovani e vecchi, sposati e non, tutti hanno una storia o tante da raccontartene, chi più avventurose e chi meno, e tutte avranno un unico protagonista: il mare. Tra tutti loro però ce n’è uno in particolare che mi ha sempre incuriosito, perchè mi ricorda il protagonista del romanzo di Hemingway ‘il vecchio e il mare’; il classico lupo di mare, un vecchio che se ne sta in fondo a tutti i banchi, in coda, ultimo tra gli ultimi. Le spalle curvate dal vento sferzante, le onde del mare lo hanno piegato e plasmato, il sole lo ha forgiato, il freddo gli ha mangiato le cartilagini; i gabbiani gli volano attorno come avvoltoi per racimolare qualche pesciolino o scarto che il pescatore gli lancia in acqua. Non saprei dargli un’età, ma negli occhi ha mille mari e mille vite; un giorno chiesi a mio nonno se lo conoscesse e rispondendomi mi disse ‘no nì, nun lo conosco ma una cosa la so, quer vecchio solo e scorbutico, è rispettato da tutti; se dice che non abbia più una famiglia sua, il mare è casa sua e gli anni pe’ lui non conteno più…’ Mi sono accontentato di queste poche parole che raccontavano tutto e non sapevano di niente…”
“… -Cosa ricordi di tuo padre?…- Bella domanda che mi sono fatta tante e troppe volte. I ricordi si fanno nebulosi, sfocati, brevi lampi di memoria mi fanno ritornare alla mente i piedi visti dall’alto quando mi portava sulle spalle, la sua faccia, i suoi vestiti, lui mentre guida per portarci in vacanza, l’odore al ritorno da una battuta di caccia, lui che torna a casa la sera stanco dal lavoro, lui che ci porta in barca e mi lascia la lenza affinchè qualche pesciolino abbocchi. Il mare sì, il legame diretto con lui è questo; una distesa blu a perdita d’occhio lievemente increspata dalle onde, i racconti di lui che va a pescare di notte, la sua passione oltre la caccia. Io che sono contro la violenza sugli animali, me lo immagino mentre impreca contro un dio qualsiasi che gli ha fatto avere una figlia animalista; lo immagino mentre sicuro di quel che fa, guida la barca lontano, a largo, mentre si addentra nell’oscurità che solo il mare riesce a regalarti. Lui che sta lì, intirizzito dal freddo ma felice; la gioia nel tirare su cefali, orate, fragolini, scorfani… li slama veloce e li mette nella cassetta, rimette l’amo alla lenza, l’esca, il neon e lancia più lontano che può … Quell’inconfondibile rumore del mulinello che libera la lenza non lo dimenticherò mai. I suoi movimenti sono precisi, diretti, senza indugi, senza tentennamenti, esperienza e sicurezza guidano le sue mani anche di notte, al buio. … – Cosa ricordi di tuo padre?…- Ricordo il mare, di questo sono sicura…”
“…Quando lo vide lì sul molo, in divisa a parlar coi suoi compagni, lei sapeva come sarebbe andata a finire. Lo stesso valeva per lui quando girandosi la vide ferma nel suo vestito a fiori inondata dal sole di mezzogiorno. Si erano scelti prima di tutto con gli occhi, una connessione eterea che nessuno avrebbe potuto vedere e che solo loro potevano percepire. Cosa ci sarà mai dietro uno sguardo? Cosa può nascondere? Beh chiedetelo ai due innamorati e vi diranno che c’è tutto e non c’è niente, c’è caos e rumore, c’è pace e silenzio, c’è amore e passione, c’è desiderio e aspettativa, c’è paura e tensione. Si amarono, tanto, in ogni momento del giorno e della notte, si studiarono, memorizzarono ogni singolo tratto del loro corpo e della loro anima; la loro era passione allo stato puro declinata in ogni accezione fisica e mentale. Passarono ore e giorni ma ciò che sapevano con certezza i due innamorati è che non sarebbe durata a lungo, il mare lo chiamava. Lui allora le disse “Tornerò te lo prometto!” Ma come poteva lei credere alla promessa di un marinaio sposato con le onde e la spuma del mare, devoto ai venti e alla salsedine, innamorato delle stelle e dell’orizzonte sempre più lontano? Entrambi sapevano che non si sarebbero mai più rivisti… o forse sì, forse in un tempo e in uno spazio che solo loro avrebbero trovato.”